Introduzione

Un uomo si propone il compito di disegnare il mondo. Trascorrendo gli anni, popola uno spazio con immagini di province, di regni, di montagne, di baie, di navi, d'isole, di pesci, di dimore, di strumenti, di astri, di cavalli e di persone. Poco prima di morire, scopre che quel paziente labirinto di linee traccia l'immagine del suo volto.

Jorge Luis Borges, Epilogo da L'artefice, 1960

domenica 27 aprile 2008

Chi è l'errante?

Su stimolo del commento di Emanuela riprendo un filone abbandonato qualche intervento fa. Premetto che non ho al momento qui con me i brogliacci dove nel tempo ho fissato qualcosa in merito alla storia dell’ebreo errante però qualche riga per non far cadere il discorso la stendo ugualmente.
Diamo per assodato che quello da cui si può originare un intreccio narrativo è una leggenda trasmessa con grandi variazioni nelle varie tradizioni e che, quindi, siamo liberi di fare anche noi nostro questo misterioso personaggio. Chi è questo personaggio? Alcune tradizioni lo ritraggono come l’umile calzolaio di Gerusalemme in continua peregrinazione, altri come il mendicante eterno, altre come il saggio. Pensando a lui e liberandolo da ogni tipo di condanna morale lo immaginavo come il testimone per antonomasia. Colui che nel tempo lungo della Storia e delle storie conserva ciò che incontra. Colui che quasi impalpabilmente si muove parallelamente al dispiegarsi delle vicende perché è lì ma non interferisce. Colui che il lungo esilio ha reso ormai straniero a tutti e quindi viaggiatore, spettatore, indagatore delle vite e dei luoghi che non sono più suoi.
Qualcuno avrà presente le narrazioni delle città del Marco Polo delle Città invisibili di Calvino. Le storie del mercante veneziano, esperto nei traffici di città in città, aprono gli occhi di Kublai Khan sul suo stesso regno. Vede e narra ciò che agli altri sfugge e costruisce il lontano e sterminato impero di Kublai con le sue immagini. Si pensi allora al vecchio viaggiatore straniero tra le genti che abbiamo evocato, alle sue peregrinazioni nel tempo lungo della storia. Qual è l’acume dei suoi occhi? Quali immagini può evocare? Di cosa è memoria?
Spero che per ora queste poche e disordinate righe possano bastare. Appena riprendo in mano le carte andrò con maggior ordine.

1 commento:

Anonimo ha detto...

che bello il mio commento è servito a qualcuno...no comunque è bella come immagine questa dell'ebreo errante e secondo me forse può essere anche riferita al giorno d'oggi,in fondo anche chi crede è come se cercasse continuamente qualcuno che non sa quando incontrerà..ma questa è solo una mia impressione così allimpronta...ciao ciao carlo!!!