Introduzione

Un uomo si propone il compito di disegnare il mondo. Trascorrendo gli anni, popola uno spazio con immagini di province, di regni, di montagne, di baie, di navi, d'isole, di pesci, di dimore, di strumenti, di astri, di cavalli e di persone. Poco prima di morire, scopre che quel paziente labirinto di linee traccia l'immagine del suo volto.

Jorge Luis Borges, Epilogo da L'artefice, 1960

lunedì 6 agosto 2018

Beati i miti

"Se viviamo agitati, arroganti di fronte agli altri, finiamo stanchi e spossati. [...]"

Non molto tempo fa avevo scritto qui parole di lamentela legate ad un clima cupo che offre, bel dono, molti motivi di dispiacere. Sono immerso, e lo siamo in moltissimi, in un tempo che ci invita a non sentire ragioni e a partire sbraitando con le nostre idee, le nostre idiosincrasie e le nostre posizioni con foga ed il coltello tra i denti. Scattiamo in un attimo in strada e al pc. Il tempo di reazione e' compresso come quello che serve per riuscire a comunicare con l'America.
Ci giova? No. Non ci permette di aprire dialoghi, non ci fa arrivare a condividere, non ci calma le delusioni. L'elettrizzazione continua ci consuma dandoci l'illusione di tenerci in vita. Quanto serve un po' di sosta e di autocritica!
Beati i miti, diceva qualcuno.

"[...] Ma quando vediamo i loro limiti e i loro difetti con tenerezza e mitezza, senza sentirci superiori, possiamo dar loro una mano ed evitiamo di sprecare energie in lamenti inutili"
Papa Francesco, Gaudete et exsultate 72