Introduzione

Un uomo si propone il compito di disegnare il mondo. Trascorrendo gli anni, popola uno spazio con immagini di province, di regni, di montagne, di baie, di navi, d'isole, di pesci, di dimore, di strumenti, di astri, di cavalli e di persone. Poco prima di morire, scopre che quel paziente labirinto di linee traccia l'immagine del suo volto.

Jorge Luis Borges, Epilogo da L'artefice, 1960

sabato 1 novembre 2008

I libri che non ho scritto

Curiosando in libreria uno di questi giorni potresti trovarti tra le mani dei libri che non esistono o meglio un libro che ne contiene alcuni. E’ “I libri che non ho scritto” di George Steiner. Lo scrittore e saggista francese racconta sette libri che per motivi diversi non scrisse mai. Ora, così come Umberto Eco, ironicamente rancoroso, nella presentazione milanese del libro, alla presenza dell'autore, lo ha accusato di essere un suo plagiario con dieci anni d’anticipo anch’io, molto più umilmente, mi sento defraudato dell’originalità di un libro che vive e cresce tra la mia testa e quadernetti sparsi.

Un passo indietro. Quando la curiosità viene stimolata il proposito di "saperne di più" affiora comunemente in molti di noi. Quando si ha la statura intellettuale, i mezzi quindi, ed il necessario interesse per il tema si indaga per riuscire poi a comunicare con una pubblicazione gli esiti degli studi. Ma chi vieta anche a noi che non avremmo la capacità sufficiente o la costanza che, evaporata la gioia dell’inizio e subentrata la fatica del durante, potrebbe farci arrivare alla soddisfazione di degne conclusioni di cimentarci con i buoni propositi ideali.

Quanti sono i temi che ci hanno incuriosito? O quelli che, per misteriosa affinità, periodicamente ci richiamano e riaffiorano? E poi, quante volte si è cullata la segreta aspirazione di essere il più addentro a qualcosa, di essere un’autorità in materia, di essere la pietra di paragone?
Possa essere anche solo la storia del condominio dai primi anni '20 in poi, ma è una soddisfazione!
Cosa è universalmente riconosciuto come segno di legittimazione in questo senso se non un bel nome scritto su una copertina di un libro?
Chi lo hai scritto, riconoscerai, lo ha fatto perché nel gioco della cultura quella è una pedina in più che altri dovranno considerare, perché ha creduto anch'egli di giocare legittimamente, perché vuol custodire il suo territorio e quello è la sua cittadella, perché altri leggano, ecc.

Ma tornando a noi, a noi che per ora possiamo solo evocare tale eventualità, perché non iniziare con l’esercizio più divertente? Quali sono i libri che vorresti scrivere?

Vorresti e non “avresti voluto” perché sei ancora in tempo.

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