Introduzione

Un uomo si propone il compito di disegnare il mondo. Trascorrendo gli anni, popola uno spazio con immagini di province, di regni, di montagne, di baie, di navi, d'isole, di pesci, di dimore, di strumenti, di astri, di cavalli e di persone. Poco prima di morire, scopre che quel paziente labirinto di linee traccia l'immagine del suo volto.

Jorge Luis Borges, Epilogo da L'artefice, 1960

sabato 22 novembre 2008

Koolhaas e la crisi dei mercati

Alcuni rapidi appunti per i quali mi permetto la licenza dell'approssimazione:

Ore 15.40 circa, Aula De Carli del Campus Durando del Politecnico di Milano (Bovisa). Rem Koolhaas in occasione della giornata di presentazione del masterplan di OMA per la Bovisa offre all'aula stracolma una piccola lezione.
Ci introduce con una riflessione spesso ascoltata mostrandoci un colonnato greco e raccontandoci di come l'architettura in passato fosse rappresentativa di un sentire comune e condiviso di una civiltà, ... ma poi ci mostra un planisfero con tre sole scritte sopra: Y, €, $. Il mercato è ciò che adesso si rappresenta. E da qui ecco che scorre una panoramica di ciò di cui il mercato decreta il successo e ciò che lo rappresenta: l'originale, lo stravagante, lo spettacolare, il brand, il marchio di fabbrica che ingabbia ormai quelli che il sistema mediatico ha adottato come "grandi", Libeskind, Gehry, Zaha Hadid, ... ed ecco i fotomontaggi che montano "oggettoni" di lusso a formare uno skyline d'eccezione. Ecco le immagini della nuova frontiera dove questi "sogni" atterrano, il Dubai.
A seguire, però, sull'immagine dell'ideale skyline che si delinea sopra le ideali sabbie degli Emirati Arabi appare in sovraimpressione, per usare una terminologia familiare, il grafico dell'andamento dei vari Nasdaq, Nikkei, ... il crollo del mercato! La crisi! E se il mercato crolla? Lo skyline diventa nero.
Si azzera questo tipo di architettura.
Almeno questa è la profezia di Koolhaas che, proprio mentre si prende una prima pausa per bere un bicchiere di acqua, sembra richiamare alla storicità del momento, con distaccato calore, gli intervenuti. Studenti per la maggior parte.
Si azzera e si ricomincia come non succedeva da almeno una decade (o decadi?). Per un architetto alle prime armi o uno studente un bell'incoraggiamento.
C'è qualcosa da dire, ora.

Ora mi lascio andare con minor padronanza e pò con degli slogan poco argomentati ad alcuni pensieri in libertà di qualche giorno fa che a loro volta ne riprendevano altri... ma che sempre ruotavano attorno al mercato immobiliare.
"La casa è un bene." "La casa è un investimento sicuro." "Il mattone è affidabile." Ma è anche un bisogno primario.
... Leggevo un articolo di un giornale che descriveva il mercato milanese parlando di crollo e svalutazione in maniera allarmata. E' così inquietante? Io non credo.
Se è vero che la casa è primariamente un bisogno, un punto essenziale su cui costruire le proprie relazioni, la propria quotidianità ed il proprio esserci possiamo permettere che sia uno strumento eminente per far soldi facili? Per permettere inoperose rendite?
Pensate a quelle immagini un pò alla "Gattopardo" di chi gode di frutti e prestigio di proprietà immense e di terre che di giorno in giorno fruttano pur se disdegnate e poco curate. E pensate alla sempre chiesta riforma agraria che alla rendita anteponeva il bisogno di altri. E pensate ai patrimoni immobiliari, anche piccoli, di chi ha un parco-case che gli permette di riscuotere ad ogni fine del mese con sicuramente poca fatica.
E se il mattone è un buon investimento vuol dire che il valore cresce, cresce, cresce, fino ad una situazione come quella attuale dove si è perso un rapporto credibile con le effettive medie capacità di acquisto. L'affitto è la soluzione? Non proprio. Provate a vedere i canoni mensili? L'affitto, poi, molte volte è pagato da chi deve confrontarsi, per motivi di studio, lavoro, altro con la mobilità... spesso quindi da categorie particolarmente attive e da aiutare, perchè produttive o potenzialmente tali (se l'economia il centro dei nostri pensieri), e comunque vitali per la società anzichè da"spremere" da chi di professione riscuote a fine mese e accumula.
Non voglio sequestrare niente a nessuno ma... Interrompo lasciando a riflessioni più mature eventuali nuovi interventi.
Se qualcuno con salde competenze volesse intervenire ben venga.

Nessun commento: