Introduzione

Un uomo si propone il compito di disegnare il mondo. Trascorrendo gli anni, popola uno spazio con immagini di province, di regni, di montagne, di baie, di navi, d'isole, di pesci, di dimore, di strumenti, di astri, di cavalli e di persone. Poco prima di morire, scopre che quel paziente labirinto di linee traccia l'immagine del suo volto.

Jorge Luis Borges, Epilogo da L'artefice, 1960

mercoledì 7 maggio 2008

Parco delle Fonti


“Purtroppo il carattere romantico del Viale - o “mure da vora”, - tanto care allo scrittore Virgilio Brocchi, si è perso rapidamente. Sui marciapiedi si affollano le auto impedendo il passo ai pedoni. Ma forse è meglio così perché chi si affaccia alla ringhiera, può ammirare (si fa per dire) un bel catalogo di vecchi water, di pitali, di materassi malandati, di cartacce, di carogne di gatti, eccetera.
Il romanticismo è finito. Evviva il post-moderno!”.

Qualche anno fa Libero Paci scriveva così concludendo un breve riassunto della storia di Viale Leopardi. Ora di water e pitali non se ne avvistano ma si osserva, nelle ore lavorative, una grande distesa di auto. L’ultimo versante che mantiene un saldissimo rapporto visivo tra la città storica ed il suo paesaggio rurale rischia di perdere il suo carattere naturale per essere pian piano eroso dalle auto. E’ lo stesso rischio che si doveva prevedere quando nel 1973, andando contro l’esplicita volontà di Luigi Piccinato, l’autore del primo piano regolatore di Macerata che proponeva un collegamento intervallivo molto diverso, una variante al PRG previde la strada di scorrimento Nord (l’Incompiuta Longarini). Si sa, infatti, quanto le vie di comunicazione abbiano la capacità di valorizzare a fini edificatori le aree attraversate. Sospeso il cantiere, tutta l’area a valle delle mura di Tramontana ha mantenuto il suo carattere rurale, di grande pregio paesaggistico grande anche all’ampiezza del paesaggio offerto alla visione: Montanello, Montecassiano, e di lì a Recanati e via fino al Monte Conero. Il grosso guaio rimane nelle tracce evidenti del passaggio delle opere dell’Adriatica Costruzioni di Longarini. Che fare? Ultimare l’opera?
Risalendo da Montanello verso la galleria di prossima apertura che ci fa arrivare a Fontescodella, abbiamo un’immagine veramente suggestiva della città da Nord e man mano che ci avviciniamo il grosso taglio sulla collina dei lavori per la strada Nord ci appare evidente, come se sotto la città fosse attiva una lunga cava.
C’è bisogno di una idea chiara di cosa deve essere il versante Nord della città.
Immaginiamo che vengano terminati i lavori per la viabilità extra-urbana che permetterebbe di alleggerire la pressione del traffico di attraversamento in città. Immaginiamo non necessaria la strada Nord perché da Villa Potenza per raggiungere Piediripa o Sforzacosta si attraversa la città in galleria e ci si innesta nel sistema viabilistico a Sud. Immaginiamo quindi che la città si trova ad avere a Nord un’area paesaggisticamente preziosa manomessa da vecchi interventi infrastrutturali evitabili. Cosa fare? Quello che si ipotizza da tempo in merito: il Parco delle Fonti (Progetto preliminare nuovo PRG, linee programmaticheComune). Cioè la creazione di un parco agricolo, di un recupero ambientale dell’area. Il progetto, presentato pubblicamente tempo fa dell’Ing. Massimo Canesin riguardante la Minimetro , a prescindere dalla soluzione per la mobilità presentata, che non condivido pienamente, a mio avviso evidenziava bene la necessità di valorizzazione del Parco.
Pensiamo alle sue condizioni previe e alle sue potenzialità: 1) Perché il parco ci sia è necessario chiarire che l’area dovrà esser liberata dalle auto; 2) perché non rimanga solo una semplice dicitura dovrà essere servito ed attrezzato con percorsi e collegamenti fino al centro. 3) perché non si perdano occasioni di creativa trasformazione del paesaggio si deve riflettere sulla possibilità di riconfigurazione delle opere incompiute presenti (demolizione? Rinaturalizzazione?). Paesaggisti, artisti e architetti negli ultimi anni hanno fatto della progettazione del paesaggio, del recupero delle cave o delle ex-aree industriali un oggetto di attenta ricerca. Perché non bandire un concorso di idee o di progettazione?

Io, intanto, apro la discussione. E se volete, guardate di cosa si parla quando parliamo della qualità ambientale di questa zona (foto).

Nessun commento: