Introduzione

Un uomo si propone il compito di disegnare il mondo. Trascorrendo gli anni, popola uno spazio con immagini di province, di regni, di montagne, di baie, di navi, d'isole, di pesci, di dimore, di strumenti, di astri, di cavalli e di persone. Poco prima di morire, scopre che quel paziente labirinto di linee traccia l'immagine del suo volto.

Jorge Luis Borges, Epilogo da L'artefice, 1960

sabato 10 gennaio 2009

Camminando

Di ritorno da una breve passeggiata nel pomeriggio volevo in fretta e furia montare alcune immagini riprese camminando. Problemi tecnici me l'hanno impedito. Ma per non perdere la buona intenzione del piccolo filmato accompagnato da un breve commento ricorro, e scusate la poca professionalità, ad un piccolo collage con "materiali d'archivio".


La foto è stata scattata domenica 4 gennaio in Vicolo del Monte a Montefalco (PG) mentre il testo è un piccolo appunto scritto a Ottobre (o Novembre?) 2003 che doveva far parte di un racconto, ovviamente mai scritto, che doveva avere come personaggio centrale un vecchio signore. Cosa c'entra? In generale, niente. Nello specifico il "far due passi" doveva essere una delle tematiche del racconto ed il centro del frammento che segue.



Far due passi era una di quelle consuetudini che mai avreste potuto fargli perdere. Sovente accadeva che la sgambata si protraesse e andasse a disegnare geometrie improbabili quali quelle che una mosca potrebbe tracciare nel suo rimbalzante volare.
Quei piedi che il tempo aveva ormai sformato, tra pelle dura e valgismo, coprivano distanze notevoli ascendendo e scivolando giù per i piccoli percorsi nel borgo che la maestria aveva fatto sì che fossero disegnati perlopiù cercando la pendenza più dolce. Dolcezza che non affaticava il passo ma che imponeva lentezza, che sembrava voler calmare qualsiasi impeto di foga.
La possibilità di scorgere poi viste magnifiche sulla campagna e le terri verdi-marroni in una giornata come questa, di molte che ci sono, non era tra le preoccupazioni di ...

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